Animali in via di estinzione

 
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Titolo: L'Aquila Reale
Titolo: L'Aquila Reale
In zoologia:

Tipo: Cordati

Sottotipo: Vertebrati

Superclasse: Tetrapodi

Classe: Uccelli

Ordine: Falconiformi

Famiglia: Accipitridi

Genere: Aquila

Specie: Aquila chrysaetos (Aquila reale)

 


 COM'E' FATTA

Le grandi dimensioni, la particolarità delle sue ali sfrangiate all'estremità la rendono assolutamente inconfondibile all'avvistamento, avvistamento che succede moldo di rado.

Maestosa, con un'apertura alare che può superare i due metri, l'Aquila reale raggiunge una lunghezza di 74 - 87 cm., mentre la sola coda può arrivare ai 26 - 33 cm. Il peso si aggira intorno ai 6 - 7 chilogrammi. Particolarità per quanto riguarda le dimensioni il fatto che la femmina (come spesso accade nei rapaci) sia più grande del maschio (all'incirca del 20%). La sua vista è acutissima: 6 volte quella dell'uomo, con un raggio visivo di 300 gradi.Il becco è forte e ricurvo, le zampe possenti, ricoperte di piume, con artigli lunghi ed affilati soprattutto per quanto riguarda il quarto dito, opposto agli altri, con l'unghia del quale trafigge la preda. Le penne dorate sul capo, che risaltano sul piumaggio marron scuro, le hanno procurato l'appellativo di reale e di chrysaetos che in greco significa dorata, appunto.

Gli individui giovani sono facilmente individuabili dalle macchie bianche presenti sul piumaggio sia sotto le ali che all'attaccatura della coda.


DI COSA SI NUTRE

Si nutre, a seconda del territorio nel quale stanzia, di mammiferi di taglia piccola e media (conigli, piccoli daini, scoiattoli, marmotte) oppure di uccelli (galli cedroni, pernici, fagiani) o rettili. Nel caso che la preda sia un mammifero, maschio e femmina (che sovente cacciano assieme) si dividono i compiti: l'uno plana radente al suolo per impaurire la preda, mentre l'altro si lancia in picchiata dall'alto. Gli uccelli, invece, vengono spesso cacciati in volo.

RIPRODUZIONE

Fedeli per la vita, il maschio e la femmina di Aquila reale, una volta formata la coppia e scelto il territorio, rimangono stanziali per molti anni costruendo nei dintorni, sulle pareti a picco dei dirupi o fra i rami degli alberi più alti, anche una decina di nidi scegliendo, di anno in anno, quello che sembra il più adatto. Sempre, però, i nidi sono costruiti più in basso rispetto all'altitudine di caccia, per evitare faticose risalite con la preda tra gli artigli.

Il controllo del territorio (si presume che possa arrivare anche ai 50 km quadrati) non costituisce un problema ed anche questo compito viene diviso equamente tra maschio e femmina ed, il più delle volte, si limita ad un volo lungo il confine del territorio stesso per segnalare alle altre aquile quali siano gli effettivi confini.

Affascinante, invece, il volo del rituale di accoppiamento che avviene in marzo: la cosìddetta danza del cielo, che prosegue per vari giorni, vede entrambi impegnati entrambi gli individui in spettacolari evoluzioni che spesso la femmina compie in volo rovesciato mentre il maschio sembra piombarle sopra, o con scambi di preda in volo o giri della morte.

La danza viene alternata ai lavori di restauro dei nidi e solo alla fine verrà scelto quello definitivo. Questi raggiungono spesso i due metri di diametro e, anche a causa delle annuali ristrutturazioni, possono avere uno spessore di un metro.

pulcino di aquila realeAll'accoppiamento, che avviene sempre a terra, segue la deposizione delle uova (gennaio nelle zone più calde e maggio in quelle più fredde) solitamente due a distanza di 2 - 5 giorni l'una dall'altra. In questo periodo il maschio è poco presente, per ricomparire immediatamente alla schiusa (dopo 43 - 45 giorni di cova) per portare cibo sia alla madre che ai due piccoli dei quali, solitamente, solo uno sopravvive.

Dopo due mesi i pulcini diventani aquilotti ed iniziano ad esercitarsi nel volo sul bordo del nido. Spiccano il primo volo a 75 giorni e dopo 160 - 170 dalla nascita diventano indipendenti: in questo periodo vengono portati dai genitori fuori dai confini del territorio natale e diventano nomadi fino a quanto, verso i 3 - 6 anni, ormai in grado di procreare, costituiranno un nuovo nucleo famigliare.


DOVE VIVE (ancora)

Ormai l'Aquila reale stanzia nelle regioni montagnose ed impervie, ben lontano dall'uomo che da sempre le è nemico, sempre sotto, però, il livello delle nevi perenni, ed è completamente assente dalle pianure.

Un tempo era comune nelle zone più temperate dell'Europa, nel nord dell'Asia, America Africa ed in tutto il Giappone; oggi è completamente scomparta da Islanda e Irlanda (dove nel 2001, per tentare il ripopolamento, sono stati liberati 35 esemplari) ed in tutta Europa il numero totale di esemplari non supera le 3.000 unità.

Protetta su tutto il territorio nazionale, non è però ancora scampata al pericolo di estinzione. Troppo ristretto il territorio nel quale può vivere tranquillamente, ancora fortemente presente il bracconaggio, la sua sopravvivenza è messa in pericolo anche dagli elementi chimici che, dalle piantagioni e dall'acqua, si trasferiscono nell'animale uccidendolo o rendendo così fragile il guscio da farlo rompere prima del tempo.


 


Titolo: La Balena





Balena
In zoologia:

Tipo: Cordati

Sottotipo: Vertebrati

Classe: Mammiferi

Ordine: Cetacei

Sottordine: Misticeti

Famiglia:

  • BALAENIDAE (Balena Franca Australe, Franca Boreale, della Groenlandia, Caperea Marginata),
  • BALENOTTERE (Balenottera minore, Balenottera Boreale, Balenottera di Bryde, Balenottera Azzurra, Balenottera Comune e Megattera),
  • ESCHRICHTIIDAE (Balena Grigia).

Attenzione! Avete notato quel "Sottordine: Misticeti"? Ecco ... spesso ci si riferisce ai capodogli come se fossero balene. Beh.. così non è. La differenza sta nell'apparato boccale. I capodogli (come i delfini e orche) hanno i denti e, quindi, appartengono al sottordine degli Odontoceti. La balena non ha denti ma "fanoni" [clicca per vedere l'immagine], una sorta di lamine cheratiniche che possono arrivare, nella Balena Azzurra, anche al metro di lunghezza e che servono a filtrare l'acqua marina ed a trattenere il cibo.

Avrete notato anche che alla voce "famiglia" sono riportate ben tre famiglie di "balene": il pericolo di estinzione, purtroppo, le riguarda tutte.

LE FAMIGLIE

Seguite i link per andare alle pagine dedicate.

  • BALAENIDAE (Balena Franca Australe, Franca Boreale, della Groenlandia, Caperea Marginata),
  • BALENOTTERE (Balenottera minore, Balenottera Boreale, Balenottera di Bryde, Balenottera Azzurra, Balenottera Comune e Megattera),
  • ESCHRICHTIIDAE (Balena Grigia).

DI COSA SI NUTRONO

Si nutrono di piccoli pesci, crostacei, ma soprattutto di krill [clicca per vedere l'immagine], vengono chiamati così i banchi di Euphausia superba, una specie di piccoli gamberetti. Una balena arriva a mangiarne anche 2 tonnellate al giorno

VITA MEDIA e RIPRODUZIONE

La longevità delle Balena è un dato estremamente difficile anche da stimare. Varia secondo la specie e di alcune è sconosciuto del tutto. Si presume che la Balena della Groenlandia (Balaena mysticetus) possa vivere anche 180 anni, ma è un record assoluto, visto che i dati certi in nostro possessono parlano di una vita media di 50 - 80 anni.
L'età feconda inizia intorno ai 7 - 9 anni e la gestazione dura dai 12 ai 16 mesi. La balena dà alla luce un solo piccolo che rimarrà con la madre per i successivi 3 anni. In pratica le balene si riproducono ogni 4 o 5 anni

DOVE VIVONO (ancora)

Un tempo le balene erano presenti in tutti i mari, ora gli scienziati propendono per un numero totale di circa 10.000 esemplari presenti soprattutto nei Santuari: vaste zone d'oceano dove la caccia è proibita e questi cetacei hanno la possibilità di riprodursi.

Grazie all'azione decennale delle organizzazioni che si battono per la conservazione del pianeta, sono state dichiarate Santuario Marino zone in:

Oceano Indiano [clicca per vedere l'immagine].

Europa - nel Mar Mediterraneo [clicca per vedere l'immagine], in Irlanda ed in Germania nel Mare di Wadden.

Area del Sud Pacifico [clicca per vedere l'immagine]: la più estesa finora con oltre 8,6 milioni di kmq di mare.

Isole Channel in California [clicca per vedere l'immagine].

Santuario Nazionale - Florida[clicca per vedere l'immagine].

Ma il numero dei Santuari è ancora troppo basso per scongiurare il pericolo di estinzione.

PERCHE' SONO IN PERICOLO

Stravolgimenti climatici

L'assottigliarsi della fascia d'ozono ed il conseguente aumento di penetrazione dei raggi UV alterano la produzione e la concentrazione di krill, principale nutrimento per le balene.

L'inquinamento chimico

Le sostanze tossiche presenti nei mari aumentano continuamente e le balene (come gli altri abitanti marini) se ne intossicano

L'inquinamento acustico

Non dimentichiamoci che le balene comunicano attraverso gli ultrasuoni quindi possono benissimo udire tutti quei rumori che viaggiano su una banda per noi inudibile e, oltre a non sentirsi fra di loro, questo tipo di inquinamento provoca forti scompensi fisici e comportamentali.

La pesca eccessiva

Intesa come caccia vera e propria: Norvegia, Giappone e Islanda continuano la caccia sia legale che illegale, molto spesso celata sotto pretestuosi "scopi scientifici".

Ma anche la pesca a strascico è un pericolo per le balene: molte si impigliano nelle reti e muoiono [clicca per vedere l'immagine].

 

 

 

Titolo: Il Bisonte Europeo

 

 




Titolo: Il Bisonte Europeo
In zoologia:

Tipo: Cordati

Sottotipo: Vertebrati

Classe: Mammiferi

Genere: Artiodattili

Famiglia: Bovidi

Specie: bonasus (Bisonte Europeo)



Il Bisonte Europeo (Bison bonasus) è uno di quei grandi mammiferi che hanno pagato caro le conseguenze del disboscamento: è questo, infatti, il motivo originario della sua estinzione per quanto riguarda la popolazione selvatica. Animale antichissimo, è stato presente dalla preistoria (spesso lo troviamo raffigurato nei graffiti delle caverne) fino all'XI secolo in modo massiccio in tutte le foreste europee, dalle isole britanniche, alla Scandinavia fino al Peloponneso e giù ancora verso il Nord Africa e l'Asia sud occindentale.

Assurdamente deve la sua salvezza al fatto che, dal punto di vista venatorio, rappresentava un trofeo estremamente ambito e riservato ai Re ed ai potenti d'Europa.

COME SONO FATTI

I maschi possono raggiungere i 3,50 m di lunghezza ai quali và aggiunta una coda di 50 cm., la loro altezza al garrese è di 2 m. per circa una tonnellata di peso e può raggiungere una velocità, in corsa, di 60 km/ora. Le femmine, invece, sono di taglia leggermente più piccola. La vita media si aggira intorno al 20 - 25 anni di media.

Più elegante e più alto del "cugino" americano, è facilmente distinguibile da quest'ultimo anche per la differenza decisamente meno marcata tra quarti posteriori ed anteriori, per la testa più piccola con corna maggiormente sviluppate e per il manto meno fitto e di un colore più chiaro.

VITA SOCIALE

Come la maggior parte dei Bovidi, è un animale gregario, ma, a differenza del Bisonte Americano ed a causa della conformazione delle foreste europee, i branchi non superano mai la decina di individui.

Dicevamo che la causa primaria della sua estinzione è stata l'opera dell'uomo nella deforestazione. In effetti, grazie alla sua mole, è praticamente privo di nemici naturali ed anche i cuccioli, protetti costantemente dalle madri, difficilmente diventano bersaglio di grandi predatori, come l'orso, o di quelli che agiscono in branco, come i lupi. Dal punto di vista strutturale, poi, il Il Bisonte Europeo è perfettamente attrezzato per resistere ai climi rigidi ed a camminare nella neve alta grazie all'ampia superficie dei suoi zoccoli.

Il periodo degli amori va da agosto-settembre, periodo nel quale i combattimenti tra maschi per la conquista della femmina (e la possibilità di tramandare il proprio patrimonio genetico) sono violenti ma mai estremi. La maturità sessuale in entrambi i sessi è raggiunta dopo il secondo anno di vita.

DI COSA SI NUTRONO

E' un animale parco per quanto riguarda l'alimentazione: assolutamente erbivoro, per sopravvivere e riprodursi gli bastano cortecce, licheni, o poche erbe anche ingiallite.

RIPRODUZIONE

Dopo una gestazione di circa nove mesi viene solitamente dato alla luce un cucciolo di circa 40 Kg. L'allattamento dura oltre sei mesi.

DOVE VIVONO (ancora)

E' la foresta-parco di Bialowieza l'unico luogo in Europa che ancora ospita questo splendido mammifero, foresta che con i suoi 124.000 ettari è ormai la più grande d'Europa e dà rifugio e sicurezza a 1.000 specie di piante superiori e centinaia di muschi, licheni e funghi oltre a rarissimi ormai esemplari di uccelli (l'allocco degli urali, ad esempio), 62 specie di mammiferi tra cui anche il tarpan, progenitore del cavallo.

Tanto preziosa, la foresta-parco di Bialowieza da venir dichiarata nel 1977 Riserva della Biosfera dell'Unesco e nel 1979 patrimonio dell'umanità

I 3.000 esemplari di Bisonte Europeo presenti in quest'area sono i discendenti dei sette esemplari rimasti in tutta Europa negli anni '30: quindi se il pericolo di estinzione in questo momento è leggermente meno pressante, rimane grave la modesta variabilità genetica di quei 3.000 esemplari, tutti consanguinei da 80 anni almeno.

 

Titolo: La Foca Monaca

 




Titolo: La Foca Monaca
In zoologia:

Tipo: Cordati

Sottotipo: Vertebrati

Classe: Mammiferi

Ordine: Carnivori

Sottordine: Pinnipedi

Specie: Foca Monaca (Monachus Monachus)

 



La Foca Monaca (Monachus Monachus), chiamata così per il colore del suo manto, è nota sin da tempi antichissimi: ne parlava Aristotele, sappiamo che era un animale sacro al dio Apollo, caro a Poseidone e, con ogni probabilità, le mitiche sirene che, con il loro canto, ammaliavano i marinai ero proprio Foche Monache. Forse per sfuggire al loro richiamo Ulisse si fece legare all'albero della nave.

E il mito rischia di diventare l'unico posto dove potremo ancora incontrarle.

COME SONO FATTE

I maschi hanno un corpo massiccio, lungo circa 240 - 280 cm, ed il loro peso si aggira intorno ai 350/400 kg. Le femmine, invece, sono di taglia leggermente più piccola. Alla nascita i cuccioli di Foca Monaca - clicca qui per vedere l'immagine - misurano circa 1 metro ed hanno un peso di circa 20 kg.

VITA SOCIALE

I maschi adulti di solito sono solitari e si aggirano nelle vicinanze dei gruppi di femmine. Sì, queste vivono in gruppo evidentemente per poter allevare con più tranquillità i cuccioli. In realtà gli studiosi ancora sanno molto poco sulla loro struttura sociale.

DI COSA SI NUTRONO

Le foche sono carnivore.

RIPRODUZIONE

Le Foche Monache adulte danno alla luce un unico cucciolo ogni due anni. La gestazione dura 11 mesi ed il parto avviene sempre all'asciutto, in una grotta. Dopo uno svezzamento di 16 settimane il cucciolo entra per la prima volta in acqua dove, dopo qualche mese, è in grado di trascorrere lunghi periodi. E' questo anche il periodo più pericoloso per la sopravvivenza della foca. Infatti i cuccioli nascono tra agosto e novembre, mesi nei quali le mareggiate sono frequenti. Quindi le grotte-rifugio possono venir allagate o le mareggiate stesse possono disperdere i piccoli che ancora non sono dei provetti nuotatori.

DOVE VIVONO (ancora)

La specie Foca Monaca comprende tre sottospecie di Foche. La Foca Monaca - Monachus Monachus [clicca per vedere l'immagine] - vive nel Mediterraneo ed un tempo era estremamente diffusa. Oggi le stime parlano di 300 - 500 esemplari. La Foca Monaca dei Caraibi - Monachus Tropicalis [clicca per vedere l'immagine] - viveva appunto nella zona caraibica ed oggi è estinta. In migliori condizioni di sopravvivenza la Foca Monaca delle Hawaii - Monachus Schauinslandi [clicca per vedere l'immagine] - che, grazie ad un notevole programma di conservazione, oggi conta circa 1000 esemplari.

PERCHE' SONO IN PERICOLO

Lo sterminio vero e proprio (si dice addirittura con la dinamite) è stato purtroppo perpetrato dai pescatori: le foche spesso, sembra, rompevano le reti da pesca.

Certamente sono animali che rifuggono l'uomo e che necessitano di pace e tranquillità, quindi la sovrappopolazione di spiagge e mari in genere (e stiamo parlando del Mediterraneo) ha di per sè messo in crisi la specie.

A questo si aggiunge la bassa prolificità: un unico cucciolo ogni due anni con un alta percentuale di mortalità è ben poco.






 

Titolo: Il Gatto selvatico





Titolo: Il Gatto Selvatico
In zoologia:

Ordine: Carnivori

Famiglia: Felidi

Genere: Felis

Specie: Felis sylvestris



Sul Gatto Selvatico (Felis sylvestris) in realtà si sa molto poco e la cosa non può stupire.I gatti di città, semiaddomesticati, hanno cambiato le loro abitudini di animali solitari (come la maggior parte dei felini) per vivere in branco (o in "colonie", come le chiamiamo) e questo facilita loro la sopravvivenza, ma in natura non è così: è un animale solitario che si tiene il più possibile alla larga dall'uomo, con una incredibile capacità di mimetizzarzi alla quale và aggiunto il fatto che preferisce predare di notte. Se a tutto questo aggiungiamo anche il fatto che visivamente è facilmente scambiabile con il gatto domestico, comprendiamo appieno la difficoltà di rintracciarlo e studiarlo.

Felis silvestris lybicaIn Italia è presente nella zona delle Alpi Liguri al confine con la Francia, in quella delle Alpi Carniche al confine con la ex Iugoslavia, lungo la dorsale appenninica fino alla Sicilia; si presume che, in totale, gli individui non superino le 700 800 unità. In Sardegna, invece, si ritiene che gli individui presenti appartengano alla specie Felis silvestris lybica che comprende anche i gatti selvatici Africani e del Medio-Oriente..

COME SONO FATTI

Il Felis sylvestris può raggiungere, coda compresa, il metro e venti di lunghezza. Agilissimo e robusto, ha la testa corta e rotonda e le zampe, soprattutto le posteriori, sono forti e lunghe. Il pelo è folto, morbido, di un colore griglio-rossatro con fasce trasversali scure che gli servono a meglio mimetizzarsi nella macchia boschiva, mentre il ventre è più chiaro. La coda presenta degli anelli nerastri.

Il maschio ha una stazza nettamente superiore alla femmina: da un minimo di 5,500 ad un massimo di 3,500 contro i 1,500 - 3,000 della femmina.

Come per tutti i predatori che si rispettino, ha una vista eccellente anche in condizioni pessime di luce. Questa è dovuta alla particolare struttura oculare dei gatti (ved. morfologia: tapetum lucidum). Ottimi sono anche udito ed olfatto. Particolarmente sviluppata la dentatura.

DI COSA SI NUTRONO

E' un predatore notturno che rimane nascosto durante il giorno nelle cavità degli alberi o in piccole grotte e tane abbandonate. Ottimo arrampicatore, non ha praticamente preferenze tra la caccia a livello del terreno o quella "area" saltano da ramo in ramo. Le sue prede sono conigli e mammiferi di piccola taglia, oppure rane o uccelli che preleva spesso direttamente dal nido.

RIPRODUZIONE

La maturità sessuale viene raggiunta nelle femmine intorno ai 10-12 mesi che aumentano nel maschio fino ai 9-10 mesi. Il periodo degli amori va da metà gennaio alla metà di marzo. La riproduzione avviene una volta all'anno e di solito la cucciolata è di tre o quattro cuccioli che rimangono con la madre fino al compimento del quinto mese.

LA VITA SOCIALE

Estremamente territoriale (marca regolarmente il territorio che gli appartiene con una secrezione odorosa e spruzzi diurina), il Gatto Selvatico è un solitario: nessun maschio entrerà impunemente nel territorio diun altro, mentre l'accesso sarà consentito solo a femmine.




In definitiva sono molti i fattori che contribuiscono a rendere a rischio di estinzione questa specie: dal disboscamento all'alta densità di presenza dell'uomo sul territorio ed al bracconaggio. Non ultimo, però, il pericolo di ibridazione con il gatto domestico dal quale non si differisce eccessivamente.

Cosa abbiamo...
I biologi stimano che oggi sulla Terra esistano tra i 5 e i 15 milioni di specie di piante, animali, microrganismi. Solo 1,5 milioni sono stati però descritti e hanno un nome. Il totale stimato comprende circa 300.000 specie di piante e, tra glianimali, tra i 4 e gli 8 milioni di specie di insetti, circa 50.000 specie di vertebrati (di cui circa 10.000 sono uccelli e 4.000 mammiferi).

...e cosa stiamo perdendo
Considerando i soli vertebrati è minacciato circa il 23% (1.130 specie) dei mammiferi e il 12% (1.194 specie) degli uccelli, secondo l'IUCN (The World Conservation Union). 

Perchè le specie stanno estinguendosi?

La biodiversità globale è in diminuzione più velocemente del tasso naturale di estinzione a causa di molti problemi e cambiamenti: uso delle terre, aumento demografico, introduzione di specie invasive,cambiamenti climatici inquinamento, solo per citarne alcuni.

La conversione della terra per le attività dell'uomo, con risultante perdita di habitat naturali è più evidente nelle foreste tropicali e meno grave nelle regioni temperate, boreali e artiche. L'inquinamento causato dalle deposizioni degli ossidi di azoto atmosferici è più severo nelle aree temperate settentrionali. Mentre l'introduzione di specie "aliene" (non autoctone) dannose accompagna di solito ogni attività umana.

La perdita di specie animali è inoltre causata dalla crescita continua della popolazione umana e di insostenibili stili di vita, dalla crescita dell'estensione delle aree urbane, dall'aumento della produzione di rifiuti e sostanze chimiche tossiche e dai conflitti.